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Brento Sanico

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Brento_Sanico

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Brento Sanico è un paese disabitato, sito nel comune di Firenzuola (in Provincia di Firenze) nel cuore dell'Appennino tosco-romagnolo. Il paese risulta abbandonato dal 1951, quando l'ultima famiglia si trasferì a valle, nella frazione firenzuolina di San Pellegrino. L'abitato è situato poco sotto la cava di Pietra Serena "La Tana del Lupo". Il nome è di origine germanica e si riferisce al fatto che il paese è "ben protetto dalle intemperie del vento".

Il borgo è servito da una sempre meno percorribile strada pseudo-lastricata, è raggiungibile a piedi in circa un'ora dalla Pieve di San Pellegrino. La zona è nota perché è uno dei luoghi dove si estrae un particolare tipo di arenaria, la "pietra serena", una roccia con la quale sono stati costruiti moltissimi monumenti a Firenze e sia in Toscana che in Romagna.

Attualmente tutto il paese è di proprietà della compagnia che possiede la cava.

Nel lontano 1843 a Brento Sanico, attraverso dei documenti consultabili presso gli Archivi comunali di Firenzuola, sappiamo che vivevano circa ottanta persone; era un luogo importante, poiché situato sull'unica strada che collegava la Romagna con la Toscana[1]. Da qui il motivo dell'abbandono, per una volta non dovuto a calamità naturali, bensì alla creazioni delle moderne autostrade e strade statali nel periodo post-bellico. Nonostante la sua importanza strategica, continuò ad essere un borgo tipicamente rurale che si sostentava attraverso l'agricoltura e, in piccola parte, la pastorizia. I dazi imposti dai governanti ai viandanti erano parecchio elevati, poiché servivano per garantire la manutenzione di strade messe molto a dura prova da fango, pendenza, neve e pioggia. La pastorizia, l'allevamento, la raccolta delle castagne e la coltura di grano, granturco e pochi ortaggi erano il sostentamento degli abitanti di Brento; il borgo è sopravvissuto vivo ed attivo sino al secolo scorso, infatti, si racconta che negli anni trenta questo fosse un luogo famoso per le feste ed il divertimento. Negli anni quaranta vi si poteva trovare anche una "scuola". Il comune di Firenzuola, infatti, incaricò un tecnico di rilasciare un certificato di abilitazione ad una stanza d'una casa privata, in modo che i pochi abitanti di Brento e delle cascine limitrofe potessero frequentare senza scendere a valle. L'ultima famiglia venne registrata nel 1951.

Il paese attualmente versa in stato di rudere, ad eccezione della chiesa che si è mantenuta in buono stato che potrebbe dipendere dal fatto che ha subito due importanti interventi di restauro, uno nel 1860 ed un altro nel 1917; presumibilmente, nel 1860, pare che la chiesa sia stata anche ingrandita e che ne sia cambiata la fisionomia originale. Le case sono tutte costruite in pietra locale con gli interni ben intonacati, i tetti sono in pietra ma con alberi e rovi che hanno oramai preso il posto delle persone che avrebbero dovuto viverci. La conservazione è buona, grazie anche all'elevata qualità costruttiva. In particolare si apprezza la qualità dei tetti, interamente costruiti con lastroni intagliati da pietre locali, tenuti fermi all'estremità da comuni sassi dalle forme più disparate. Adesso passare tra i principali è complicato, a causa della crescita di varie piante infestanti e/o rampicanti.

La chiesa, dedicata a San Biagio, è di una struttura tipica degli antichi centri appenninici, ha bel campanile e sorprende non poco il modo in cui gli interni si siano conservati. I colori sono vivissimi, spicca molto il blu notte della cupola. Da studi effettuati abbastanza recentemente dal Prof. Tagliaferri, esperto in storia dell'arte e autore del libro “Firenzuola e il suo territorio”[2], pare che al di sotto della tinta giallo paglierino che caratterizza gli interni della chiesa, siano emersi affreschi molto ben conservati databili XV-XVI secolo; uno in particolare raffigurerebbe un angelo. Interessante anche la bicromia tra le pietre scure e quelle chiare, che caratterizza gli archi interni della chiesa. Interessante anche l'abside, interamente realizzato con pietra locale.

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