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Castel Luzzi

L'ospedale dimenticato...

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L’ex Ospedale “Saverio Aloigi Luzzi”, è composto da più edifici piuttosto eterogenei fra loro ma accomunati da una storia antica alle spalle, soprattutto i tre edifici più rilevanti che sono la Villa, il Fabbricato di Servizio e la Cappella. 

Non si conosce con esattezza la “data di nascita” dalla “Villa” anche se il suo stile “liberty eclettico” fa propendere per fine Ottocento - inizi Novecento, ma certo alle sue spalle esiste una storia antica che non può essere ignorata. Stesso discorso vale per  il “Fabbricato di Servizio”, che risulta una casa colonica fino al 1850, e per la già citata “Cappella” che in origine aveva ingresso indipendente e serviva quindi anche la zona circostante. Una parte piu ampia della storia la potete trovare al link qui sotto...

http://www.idraonlus.it/vecchiosito/L.%20Banti%20e%20Luzzi,%2027-2-%2706.htm

Per quello che riguarda la mia storia invece, stavo dicendo che abbiamo visto per caso questo "castello" abbandonato, e il nostro stupore era ai massimi livelli, ci trovavamo finalmente davanti al nostro primo castello abbandonato... Alcune foto che vedrete sono state scattate nella casa colonica, una bella villa in sasso che si è presentata subito davanti a noi, e anche se non è stato facile accedervi, alla fine un passaggio l'ho trovato.. Dentro ancora le tracce evidenti di una abitazione/occupazione, avremmo scoperto dopo, giocattoli, scritte in arabo, bandiere della pace, valige, segni tangibili di una passata vita vissuta, difficile capire da chi, e se legittimamente, ma era chiaro che ormai era tempo che nessuno vi abitasse più... 

Il sole scende, purtroppo ci siamo accorti di questa villa, per caso, e troppo tardi.. il giorno dopo si doveva lavorare e dovevamo tornare indietro.. usciamo, finiamo il giro, e proprio poco piu in la vediamo il castello! Fantastico ero commosso quasi, mi aspettavo una meraviglia antica ma... dopo aver gironzolato un po per cercare un entrata, che dopo poco si è presentata facilmente, la delusione all'interno è stata parecchia.. anche se, aveva le sue meraviglie...

In pessimo stato, tetti affrescati ma crollati, immondizia e cartelle dell'uso ovunque, stracci e pattume e rovi riempivano la quasi totalità del piano inferiore, a parte un paio di sale molto belle con camini importanti, soffitti finemente decorati e rivestiti in legno e scritte in latino... Doveva ai suoi tempi essere stato uno spettacolo... Si presenta comunque molto meglio fuori che dentro... La torre dell'orologio spicca alta sul tetto centrale crollato e sul giardino di rovi che guadagnano centimetri ogni giorno, un affresco in un terrazzo si è ancora conservato perfettamente, come fosse stato finito pochi mesi prima... ma nulla ormai rimane, se non una rigogliosa colonia di bei gattoni, a cui un signore da giornalmente da mangiare, proprio anche mentre noi eravamo nascosti proprio sopra la sua testa...

Il sole ormai stava per tramontare, decidiamo di abbandonare l'idea di visitare anche il vero e proprio ospedale, ovvero gli altri edifici ancora abitati, per poco tempo e per sicurezza... c'era davvero molto movimento e non è mai intelligente sfidare troppo la sorte.. 

Lasciamo quindi a malincuore quel misterioso Castello Ospedale, e puntiamo verso nord... Weekend finito, ma è solo una pausa... Decadence non molla, si ferma, fa pause, ma prima o poi torna sempre...

PS.

quando torniamo e faccio ricerche, trovo tutte le info, e capisco e collego tutto quello che ho visto, e le presenze degli extra comunitari, pensate che nel 2007 la struttura era stata occupata da 375 immigrati!!! 

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Da https://www.newsfood.com/soluzione-condivisa-per-lex-ospedale-luzzi-e-larea-banti/

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Firenze, 16 Ottobre 2007 – E’ un percorso condiviso fra la Regione Toscana e gli occupanti dell’ex ospedale Luzzi a Pratolino quello delineato di comune accordo durante una riunione
volta a scongiurare l’incubo dello sgombero già in calendario per l’inizio di novembre, presenti due assessori regionali: Eugenio Baronti, con delega alla casa, Gianni Salvadori, con
delega alle politiche sociali.

Il percorso concordato prevede due direttrici parallele. La prima: uno sgombero graduale dell’area da parte degli occupanti, che in tutto sono 375 persone

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