top of page

Ex Seminario dei Padri Passionisti

"Il Mostro di Casalecchio"

​

" Il progetto, che ancora oggi viene studiato nelle facoltà di architettura, porta la firma prestigiosa degli architetti Gresleri, Parmeggiani e Daini ed è ritenuto buon esempio di una scuola ispirata a Le Corbusier, riuscita nel difficile compito di non rendere così invadente un parallelepipedo in cemento armato issato sulla sommità della collina (tutelata) che fronteggia il Colle di San Luca. A mascherarne l’impatto sul paesaggio un buon aiuto l’hanno fornito gli alberi cresciuti spontanei tutt’intorno e a ridosso dello scheletro in cemento armato lungo più di cento metri ed alto otto piani. Doveva essere il seminario dei Padri passionisti, religiosi che vivono nel vicino convento, che al termine dell’impresa si ritrovarono nel boom di una crisi di vocazioni che non è mai finita. Iniziarono così i decenni segnati dalle vendite (prima l’Oikos, poi la Grandi Lavori, quindi una società romana ed ora Coop Costruzioni), con i relativi progetti legati ad un centro studi sull’abitare, poi ad un grande albergo che doveva vedere la luce con il Giubileo.

Non mancò l’idea di farne una casa di riposo dotata di una breve funivia che secondo i disegni doveva partire dalla Porrettana nei pressi del bar dell’Aquila. I giovani di Casalecchio ricordano quando, entro i sotterranei allagati, imbarcati su canotti si ingaggiavano epiche gare a remi. Intanto gli anni passavano, i progetti restavano sulla carta e il degrado e l’abbandono hanno conquistato definitivamente l’interno e l’esterno dell’edificio.

A rendere famoso questo incompiuto nazionale ha contribuito non poco la piazza virtuale più grande del pianeta, YouTube, che ne ha diffuso urbi et orbi l’immagine desolata saltuariamente popolata di grafitari, barboni, satanisti, bande di ragazzini e plotoni di cultori dei giochi di guerra che, fra saloni dai muri lordi di scritte di ogni genere: dalle croci uncinate a quelle a cinque punte, graffiti e oscenità varie, continuano ad inscenare finte battaglie con proiettili colorati e fucili al laser. "

di GABRIELE MIGNARDI

bottom of page